Il messaggio di Fini

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di Roberto Milana
 
Sceglie un videomessaggio sul sito di Futuro e libertà  (www.futuroeliberta.com) per lanciare un appello in un momento che definisce «grave». Una fase di grande delicatezza nella quale «chi governa deve essere responsabile». In poco pi๠di cinque minuti Gianfranco Fini sintetizza e ripete quanto già  detto a Perugia. Con un passaggio dedicato al governo, che suscita le maggiori reazioni: «In Italia c'è una destra che è cosciente del grave momento in cui si trova il nostro Paese - dice il presidente della Camera - e che deve essere affrontato da tutti all'insegna della massima responsabilità Â». L'appello è rivolto «in primis a chi ha avuto l'onore e l'onere di governare e deve onorare quell'impegno attraverso un'agenda di governo. Vedremo nei prossimi giorni quello che accadrà Â», chiosa Fini ribadendo che «le istituzioni devono essere un buon esempio». Un riferimento chiarito in maniera ancora pi๠esplicita con i cronisti parlamentari: «La responsabilità  vale per tutti, ma in primo luogo per il premier, per quel che farà  fino al 13 dicembre e per quel che dirà  in Parlamento in quella occasione». Nessuna apertura, dunque, come vorrebbero intendere i big del Pdl. Nessuna «resipiscienza», come commenta a caldo Gaetano Quagliariello. Per il vicepresidente dei senatori berlusconiani Fini si è ravveduto «consapevole del fatto che non sarebbe stato così facile buttare gi๠il governo, non solo al Senato ma anche alla Camera». Sulla prova muscolare gioca anche Ignazio La Russa che legge nel videomessaggio un tentativo di tranquillizzare i suoi. «Adesso si sono spaventati, forse alcuni, non credo Fini per le conseguenze di questo gesto. Forse hanno immaginato di aver fatto un passo pi๠lungo della gamba, puಠdarsi». Nella commedia degli equivoci cade anche Fabrizio Cicchitto: «Forse Fini comincia a capire che Berlusconi è tutt'altro che bollito - commenta il presidente dei deputati Pdl - che il rapporto con settori cospicui della società  italiana rimane solido, che il governo mantiene una cospicua forza in Parlamento e inoltre che cambiare schieramento è una autentica roulette russa». Da una parte la sollecitazione a onorare «l'impegno di governo con un'agenda» perch੠«è arrivato il momento, per mille ragioni, di cambiare passo, di innestare una marcia pi๠alta nel cammino di rinnovamento del nostro Paese». Dall'altra, un invito a serrare i ranghi dopo Perugia. Sulla stessa musica di sottofondo della convention (la colonna sonora di Ennio Morricone di C'era una volta in America) Fini ricorda che all'appuntamento di Bastia Umbra «è emersa una certa idea dell'Italia fatta di responsabilità , di senso del dovere e di senso civico». Da qui l'invito a rilanciare, perchà© Perugia è stato non solo l'«atto fondativo di nuova formazione politica di centrodestra», ma soprattutto il momento in cui «abbiamo cercato, credo con qualche successo, di delineare i tratti distintivi di coloro che hanno una certa idea dell'Italia». In una indiretta risposta a chi nel Pdl lo ha accusato di sbandare a sinistra, ribadisce che «da Perugia è emerso che Fli ha valori di riferimento ben precisi: quelli del popolarismo europeo, certamente nel perimetro culturale del centrodestra. Quella destra che poi ho cercato di declinare in quella fortunata trasmissione, con indici di ascolto elevatissimo, che mi ha messo in confronto con uno dei leader della sinistra». Una destra, aggiunge il presidente della Camera, «che crede nello Stato, non inteso solo come apparato, come carico e peso burocratico, ma come garante in primo luogo dei diritti, come garanzia di tutti quei cittadini che sanno che la nazione è un plebiscito che si rinnova ogni giorno, per dirla come Renan, il che vuol dire che ogni giorno ci si deve sentire membri di una comunità  nazionale, figli di un comune destino, quell'idea di patria che è da sempre uno dei capisaldi della destra». Ma l'intervento è stato soprattutto un appello ai simpatizzanti del nuovo soggetto politico. «Da parte nostra si deve continuare di buona lena, ci si deve ancor meglio organizzare. Si deve innanzi tutto far comprendere che a Perugia c'erano diverse migliaia di cittadini che a loro spese hanno partecipato a quell'iniziativa, e anche questo è una novità  degli ultimi tempi», perch੠«la politica negli ultimi si era ridotta ad una sorta di stanco rito pi๠o meno artificiale». L'obiettivo è quello di «presentare a Milano, a metà  gennaio, quando si svolgerà  il congresso fondativo, almeno centomila firme in calce a quel manifesto di valori che abbiamo predisposto. Dobbiamo stendere una rete organizzativa: non vogliamo fare un partito vecchio stampo ma un movimento di opinione organizzato». Da qui l'appello «a non abbassare la guardia, ma soprattutto per lavorare con ancora maggiore convinzione, perchà© quel disegno ambizioso è a portata, perchè sono tanti coloro che capiscono che è arrivato il momento, per mille ragioni, di cambiare passo, di innestare una marcia pi๠alta nel cammino di rinnovamento del nostro Paese, e da questo punto di vista Futuro e libertà  è non soltanto una bella novità , ma anche una solida garanzia». Il primo appuntamento, in questo senso, è in calendario l'ultimo week end di novembre, (il 27 e 28 novembre) con i gazebo di Futuro e libertà  che verranno allestiti in cento città  d'Italia. Una campagna che intanto registra un boom di adesioni e di contatti sul web. Una crescita esponenziale che nella maggioranza non viene percepita, come si evince dalle prese di posizione del portavoce del Pdl, Daniele Capezzone: «Mentre vedo e ascolto il videomessaggio di Gianfranco Fini - attacca - mi ritrovo a pensare che Italo Bocchino, in tutti questi mesi, gli ha fatto pi๠danni di Giancarlo Tulliani». Commenti ai quali replica a stretto giro di posta Aldo Di Biagio: «A parte le varie Ruby in giro per il Paese, se c'è qualcuno che ha fatto dei danni, quel qualcuno è proprio Daniele Capezzone, il quale forse dimentica che se siamo arrivati a tutto questo è solo colpa della miopia di Berlusconi che il 29 luglio scorso ha dichiarato - con un atto da partito comunista - Fini incompatibile con il Pdl. Un atto folle, politicamente stupido, avallato dai suoi pasdaran, buon ultimo anche Capezzone, insieme alla neo killer Santanchè». Mentre Fabio Granata ribadisce che «i tentativi di indebolire Fli in attesa della sfiducia del 14 sono destinati a fallire: tutti i parlamentari hanno un impegno etico e politico verso l'Italia e verso i nostri militanti. Nessuno potrà  tradire questa enorme credibilità  politica che ci fa crescere ogni giorno nei sondaggi e nelle adesioni. L'Italia merita l'apertura di una nuova fase politica». «Berlusconi e qualche suo ascaro - taglia corto il deputato finiano - non si illudano: è finita una stagione della politica italiana e abbiamo il dovere di costruirne un'altra caraterizzata dal bene comune dalla legalità  e dal rilancio del lavoro e dell'eccellenza italiana»

dal Secolo on line