Presentato 'Va pensiero', 30 anni di rock e metal cantati in italiano
«Si tratta di un'iniziativa originale e ringraziamo le associazioni Balder e Artnove perchà© ci propongono sempre dei percorsi non convenzionali - commenta l'assessore alla cultura Marco Taietta -. Il 17 aprile i lupatotini avranno l'occasione di conoscere una nuova sorgente di cultura e di accostarsi a questo genere musicale, che merita maggior visibilità ».
Con un lavoro di raccolta durato oltre tre anni, il giornalista musicale Gianni Della Cioppa ha messo insieme gli artisti che hanno fatto la scelta coraggiosa di cantare in italiano con basi rock.
Nel volume - in vendita nelle librerie Feltrinelli o su internet, al prezzo di 20 euro (ma il 17 aprile sarà in vendita promozionale a 15 euro) - si trovano gruppi e cantanti noti, dai Litfiba ai Timoria, da Vasco Rossi a Ligabue, oltre che tantissime band meno conosciute, provenienti da tutta Italia. «Non solo scelte di nicchia - precisa il giornalista -: ho passato in rassegna nomi come i Karma, Rats, Scisma, Strana Officina, Miura, Serena Rock Band, Ritmo Tribale, dando spazio anche ad altri protagonisti minori, molti dei quali non esistono pià¹, ma sono assai noti agli appassionati del genere».
Per ogni artista si trova una breve scheda critica e biografica, completa della discografia e di un commento al contenuto dei testi. Vi è inoltre una sezione dedicata alle case discografiche specializzate, alle radio a tema e ai gruppi che fanno rock in dialetto oppure in latino. Completano questa "enciclopedia tascabile" le interviste agli addetti ai lavori.
«Il rock e il metal in italiano godono di ottima salute sotto il profilo artistico, ma purtroppo hanno una diffusione pessima, perchà© faticano a fare il salto di qualità - conclude Della Cioppa -. Oggi spesso si predilige altro: basta guardare i talent show, dove passa il messaggio che per avere successo conta solo la bella voce. Invece non è così, ci vuole molto altro. Me l'ha detto anche Enrico Ruggeri in un'intervista: con i canoni di oggi non avrei fatto neanche un 45 giri e Fabrizio De Andrè non si sarebbe esibito nemmeno nella locanda sotto casa».