Bonfante: epilogo della crisi frutto degli errori di Vantini

Non c'è pace per il Partito Democratico lupatotino. In una lettera indirizzata agli iscritti del PD di San Giovanni Lupatoto e ad un ex assessore che durante l'ultima recente assemblea degli iscritti sembra sia intervenuto dicendo che Franco Bonfante abbia fatto di tutto per far fallire la trattativa per il rientro dei tre consiglieri (Meneghini, Franceschini e Todeschini), l'ex consigliere regionale del PD chiarisce come il suo punto di vista di come sono andate le cose.
Scrive tra l'altro Franco Bonfante:
1) L'incarico per trovare un accordo che evitasse il rischio di caduta dell'Amministrazione mi era stato conferito direttamente dal segretario regionale Roger De Menech. Sul mio nome vi era concordanza sia da parte dei tre, nel frattempo costituitisi in gruppo consiliare, sia del Sindaco Vantini che chiedeva anche l'intervento del segretario provinciale poi sostituito da Diego Zardini.
Con Todeschini e Franceschini, che conoscevo da anni e che stimavo (e stimo tuttora) come persone prima ancora che come politici, avevo avuto precedentemente un incontro, nel quale avevo fatto presente la gravità  di un'eventuale caduta dell'Amministrazione di centrosinistra.
Le pressioni nei loro confronti a tale proposito erano molto forti (dopo la rottura iniziale e le dichiarazioni tutt'altro che morbide del Sindaco), ma devo dire che sfondai una porta aperta perchà© Todeschini e Franceschini, in effetti, intendevano trovare un accordo sul programma e la Giunta e rilanciare l'azione amministrativa;
2) I margini di accordo c'erano tutti: il Sindaco aveva la disponibilità  del Presidente del Consiglio a rinunciare all'incarico, la possibilità  di recuperare un posto in giunta e un altro nelle partecipate.
Nessuno dei tre perಠvoleva incarichi per se stessi, anche per una questione etica: pur con sfumature diverse, ciಠche li aveva allontanati
erano aspetti programmatici e gestionali e non volevano assolutamente che si potesse pensare a obiettivi personali o di potere. Nel contempo, come si sa, l'accordo programmatico "cammina sulle gambe delle persone" e quindi proponevano di avere in Giunta soggetti (non loro stessi) che potessero garantirne l'adempimento.
All'inizio chiedevano 2 assessori, incluso il Vicesindaco, senza altri incarichi (nè partecipate nè Presidenza del Consiglio).
Durante il percorso della trattativa, condotta da me e Diego Zardini, le differenze stavano stemperandosi: l'accordo sul programma era ormai definito, i due assessori maschi si erano tramutati in un maschio ed una
femmina, la richiesta della delega a vicesindaco non era pi๠rigida, e, secondo me, ci si poteva avvicinare ulteriormente.
3) Fu a quel punto che l'allora Sindaco, senza avvertirmi (poi ho saputo
che non avvertì neanche Zardini) scelse di fare l'accordo con uno solo dei tre (Meneghini).
L'accordo mi è parso subito debole, con molte controindicazioni: facendo così infatti il Sindaco umiliava i due Consiglieri (Todeschini e Franceschini) pregiudicando la possibilità , anche in futuro, di un riavvicinamento e dava, in via generale, un segnale di inaffidabilità .
Era evidente che il suo era un grave, gravissimo errore politico: l'accordo con i tre consiglieri gli avrebbe garantito la conclusione del mandato senza patemi, con un ricompattamento del centrosinistra, il mantenimento dei rapporti con una parte del centro o centrodestra (Turella sarebbe rimasto in Giunta probabilmente mantenendo l'incarico di Vicesindaco, tramite Meneghini i rapporti con Mantovanelli e la sua componente nei due anni successivi avrebbero potuto rasserenarsi), con un pieno rilancio dell'Amministrazione, anche sotto il profilo politico.
Già  al tempo della rottura con Taioli avevo espresso le mie perplessità  e, successivamente, con discrezione, mi ero permesso di telefonare a Vantini, Taietta e Taioli per un riavvicinamento delle parti, quando ciಠsembrava possibile.
Ma mentre il"recupero" di Taioli poteva corrispondere a valutazioni di opportunità  politica e di rispetto dei patti, l'accordo che si stava profilando con Todeschini, Franceschini, Meneghini era, a mio parere, indispensabile per garantire la sopravvivenza dell'amministrazione di centrosinistra in uno dei comuni pi๠importanti della Provincia. Per quale recondito motivo il Sindaco abbia preso la decisione che sappiamo non riesco ancor oggi a capirlo.
4) Il mio percorso, pertanto, è stato lineare, con l'obiettivo di concludere l'accordo e salvare l'amministrazione. Del resto dove si è dimostrata nei miei confronti maggiore fiducia, come a Legnago, la crisi amministrativa (a Legnago ben pi๠grave) si è, al momento e spero anche in futuro, risolta positivamente.
5) Qualcuno ha cercato di insinuare il fatto che il mio intervento fosse
collegato alla candidatura alle regionali; basta guardare le date per capire che non è vero: io rinuncio alla candidatura regionale ai primi di marzo, mentre la trattativa a San Giovanni si prolunga fino ai primi di aprile ed io e Zardini passiamo serate intere per tentare di avvicinare le
parti.
Franco Bonfante conclude dichiarandosi disponibile ad un confronto pubblico con chiunque, 'certo di avere la coscienza a posto'.