La Pace Paquara finisce... a teatro

La Pace di Paquara del 1233 finisce a teatro. Si chiama "Apud Quarum: variazione teatrale sulla Pace di Paquara", l'azione scenica che metteranno in piedi i partecipanti del secondo Corso di formazione superiore teatrale per adolescenti, a partire da un'iniziativa dell'assessorato alla cultura e in collaborazione con l'associazione de-Ze-de.

Lo spettacolo di fine anno si terrà  il 10 maggio alle ore 17 all'esterno di Casa Novarini (in caso di maltempo nella sala "Dino Coltro") e rievocherà  l'episodio storico accaduto il 28 agosto 1233 sulla piana della destra Adige, dove si radunarono 400mila persone. Il lavoro restituisce in forma epico-comica avvenimenti che certificarono allora per la prima volta l'importanza strategica di San Giovanni sullo scacchiere della storia.

«Nello spettacolo - illustrano i promotori - una "compagnia" di quasi scavalcamontagne un po' circensi, un po' comici dell'arte, giunge nella piana della Paquara, presso l'antica corte Sorio, e inscena in maniera divertente, con un linguaggio che parà²dia il "vulgare", l'arrivo di fra' Giovanni da Schio, la pace momentanea tra i protagonisti dell'epoca, Azzo d'Este, Alberico (fratello di Ezzelino da Romano) e i vescovi di Verona, Brescia, Mantova, il matrimonio tra i giovani figli delle dinastie coinvolte e la fine di un sogno di pace dopo appena quattro giorni di incontro fra quei potenti: come a dire che le umane ambizioni alla fine prevalgono sulle possibilità  che la pace duri "in aeternum"».

I giovani interpreti (Camilla Breda, Chiara Carrara, Miriah Conte, Paolo Cristani, Elena De Angeli, Sebastiano Fregnan, Josef Ferrarini, Alessandro Pomari, Anna Pontelli, Noemi Valentini, Lisa Zancanella, Laura Zusi) hanno lavorato sotto la direzione di Andrea de Manincor, che si è occupato anche della scrittura drammaturgica, e con il coordinamento didattico di Barbara de' Nucci; la messinscena del 10 maggio sarà  accompagnata dalla musica dal vivo di Lorenzo Garofalo.

La ricerca storica, per permettere ai giovani allievi (tutti con un'età  compresa tra i 13 e i 18 anni) di poter affrontare il tema con maggior consapevolezza, è stata affidata a Francesca Zerman, da sempre animatrice della memoria e del ricordo vivo dell'antica chiesa di Sorio, della corte annessa e degli avvenimenti che ebbero vita in quei luoghi, "apud quarum et apud pontem".

«Riportare alla luce una pagina famosa della nostra storia, non da tutti conosciuta, fa onore ai ragazzi e all'associazione de-Ze-de: grazie al teatro e alla passione che gli organizzatori hanno trasmesso a questi giovanissimi, riusciamo a divulgare al pubblico un importante avvenimento della nostra terra - dice l'assessore alla cultura Marco Taietta -. Siamo felici di sostenere iniziative come questa, perchà© avvicinano le nuove generazioni alla storia locale e contribuiscono a far sì che un ricco bagaglio di conoscenze legate alla nostra identità  non vada perduto».