Lettera aperta al comandante De Falco

Per favore, comandante De Falco, rimanga fuori dai salotti televisivi, dalle inchieste condotte nei talk show, tra soubrette in lustrini e ospiti eterogenei; tenga la sua dignità  di uomo in divisa lontana dai processi celebrati fuori dai tribunali, con gli applausi a comando, con le interruzioni pubblicitarie; non si lasci irretire, come è accaduto, invece, a molti altri, dalle lusinghe di Vespa.

Tutto questo non le appartiene.

Ci lasci aggrappati alla sua voce, diretta, autoritaria, sicura; ci lasci all'immagine di una stupenda normalità , nel comando, nella dignità  della persona, nella capacità  di prendere decisioni, nell'assenza di sciocco rispetto umano… Non ceda a quella trappola chiamata politically correct, sotto cui tante ingiustizie e tanti errori sono coperti, ipocritamente scusati, fino alla riabilitazione di chi li ha commessi…

Soprattutto, rimanga nella categoria degli uomini "così in gamba che non sentono il bisogno di dimostrarlo", a differenza della pletora di mediocri individui usi a snocciolare, ad ogni piè sospinto, i loro infimi traguardi o millantati titoli. Abbiamo bisogno non tanto di improbabili eroi, ma di persone vere, sicure, normali nella loro efficienza, capaci di valutare le situazioni, di individui che conoscono e amano il proprio dovere, inconsapevoli del loro fascino, lontani anni luce dai pavoni che ambiscono a mettersi sotto i riflettori, anche per nonnulla.

E ci lasci anche la bellezza di certe sue affermazioni, nelle quali chiedeva di essere dimenticato, di poter piangere sull'accaduto e meditare su esso, su ciಠche si poteva fare e su ciಠche non è stato fatto, per salvare tante vite, per risparmiare a noi tutti, come Nazione, l'ennesima vergogna, senza nostra colpa.


A.D.Z.