Consegnato a La Spezia il materiale raccolto per gli alluvionati

Domenica 20 novembre una colonna di mezzi del Nucleo comunale di Protezione Civile di San Giovanni Lupatoto e dell'associazione Balder, con altri volontari, tra cui vigili del fuoco e Soccorso Legnago, che hanno contribuito alla raccolta di materiali per le popolazioni alluvionate, ha raggiunto il centro della Protezione Civile di La Spezia consegnando il contenuto di quattro furgoni.

Anche per chi ha già  partecipato ad altri interventi, come nel caso del terremoto dell'Abruzzo, si ripresenta la stessa emozione, la stessa pena.

Già  prima di uscire dall'autostrada a Brugnato vedi sulla tua sinistra una fascia larga almeno cento metri che corre pi๠in basso lungo la carreggiata. Sembra arata, marron di terra bagnata. Li le ruspe hanno ripulito, se così si puಠdire. In un punto vi è una catasta di auto, come in un piccolo sfasciacarrozze imbiancato di fango secco.

Attraversiamo il paese, dove la gente con gli stivali di gomma ai piedi e la pala o la canna dell'acqua, tentano di pulire le case, al piano terra tutte aperte e praticamente vuote di mobili e suppellettili. Per fortuna il sole splende, anche se fa freddo.

Una casa ha due enormi fori sulla parete, dove il fiume ha deciso di passare.

Risaliamo la valle, con il fiume, ora poco pi๠di un rigagnolo, che il giorno dell'alluvione si è mangiato in pi๠punti la strada e parte del terreno. Dobbiamo procedere piano su ampi tratti di sterrato ricavato dalle ruspe al posto dell'originaria carreggiata. Poco prima di Rocchetta di Vara la forza dell'acqua e fango ha abbattuto il ponte isolando per i primi tre giorni il paese. Ora si passa su uno stretto ponte di ferro posato dall'Anas. Nella parte bassa del paese incontriamo auto coperte di fango, senza vetri e con i rami infilati nell'abitacolo. La vicina scuola materna, costruita nell'alveo del fiume, è completamente stata inondata. Le ruspe hanno ripulito il greto del fiume, creando un argine artificiale, grazie all'opera degli alpini bergamaschi, i primi a giungere a Rocchetta, scavalcando le montagne.

Il giovane sindaco ci spiega le difficoltà  che gli abitanti stanno affrontando. Al di là  delle solite dispute sulla competenza, la messa in sicurezza del fiume costerà  pi๠del bilancio annuale del comune. In molti hanno perso il posto di lavoro e mancano anche alcuni servizi importanti. Il panificio non c'è pià¹. Siamo in una zona a vocazione turistica ed il timore è per la prossima stagione. La preoccupazione è grande per il futuro. Torniamo a valle e risaliamo l'altro versante verso Borghetto di Vara. Qui la devastazione è impressionante. Il ponte del paese ha fatto da tappo alla massa di detriti e fango che è esondata, entrando con forza nelle case. Il segno del fango è oltre il primo piano delle abitazioni. Nella piazzetta vicino al fiume, i negozi non ci sono pià¹. Del bar, la farmacia, l'ufficio postale rimangono solo i muri. Parte del ponte è stato eroso, così come gli argini. Qui sono stati ritrovati quattro morti. Ovunque le persone ed i volontari, ragazzi in jeans e felpa, lavorano per ripulire e sistemare quello che è possibile.

In questa situazione, nonostante siamo venuti a portare il materiale raccolto e la nostra solidarietà , diventa difficile sostare nel paese e fotografare. Ci sentiamo quasi dei guardoni. Così ripartiamo verso La Spezia.


Maurizio Simonato