Ieri con d'Annunzio e oggi con Saviano

L'altra sera, intervistato da Lilli Gruber a Otto e mezzo, Roberto Saviano di fronte alla domanda su dove si collocasse nel bipolarismo tra moralisti e libertini non ha esitato a porsi in una pi๠corretta "terza via": «N੠moralista n੠libertino ma libertario». Una risposta che d'un colpo sgombrava il campo dalla vulgata accreditata da un preciso settore dell'informazione italiana - lo stesso che strumentalmente sta cercando di far passare l'idea di una sua non corretta citazione di alcune parole di Benedetto Croce - la quale insinua continuamente l'idea di un Roberto Saviano tutto organico alla sinistra giustizialista e moralista...
Ci piace, nell'occasione, riportare le parole espresse dallo stesso autore di
Gomorra nel corso di una intervista concessa due anni fa a Pietrangelo Buttafuoco: Â«àˆ un errore - ammetteva lo scrittore - far diventare la battaglia antimafia una battaglia di parte. Bisogna uscire dal luogo comune. Io ho sempre detto, ribadito, sottolineato l'impegno di tanti uomini della destra nella lotta alla mafia. Non solo uomini come Borsellino, ma anche militanti comuni. La lotta alla mafia non è stata e non dev'essere nà© apparire mai appannaggio di una sola parte politica. Anche per chà© le mafie non guardano a destra o sinistra, ma soltanto al proprio interesse e all'avvicinabilità  dei rappresentanti politici, a qualsiasi livello essi si trovino. La politica collusa non ha colore». A proposito della sua formazione libertaria, Saviano riconosceva di essere cresciuto sui testi di Jà¼nger, Pound e Cà©line: Â«àˆ lì che mi sono formato, ma questo non significa che oggi mi senta in contraddizione se difendo la Costituzione. E credo pure che il suo richiamo all'unità  di questo Paese sia qualcosa d'importante. Personalmente, terrei che continuasse a esistere un Paese di nome Italia, e penso che ci terrebbe pure Gabriele d'Annunzio». Libertario, come chi oggi celebra il Risorgimento.

Luciano Lanna

Il Secolo d'Italia 17 marzo 2011