UN CLASSICO: CHI SIAMO, DOVE ANDIAMO?

Ci ha sempre adirato, usando un eufemismo, sentire definire di destra il PDL. Poi sotto il palco del cavaliere dei signori gridano: Duce, Duce!

E ci facciamo delle domande.

Nel sentire comune, e particolare di tanti che abbiamo frequentato, Berlusconi e Bossi in Italia, ma anche la Thatcher, Bush, Sarkozy, tanto per citarne alcuni, sono la destra dello schieramento politico. Questo fa scattare dei meccanismi di appartenenza, che se visti da vicino sono a noi incomprensibili. E nelle discussioni, nel prendere posizione, nel voto, ecco le tifoserie: di qua c'è Berlusconi e la destra, di là  Renzi, Bersani, Blair, Obama e la sinistra. Siccome sono di destra, o di sinistra, non ascolto, non giudico con la mia testa, sto con i 'miei' e gi๠legnate agli altri.

Assuefazione. Incapacità  a pensare. Luoghi comuni.


Sei di destra? Sei d'accordo ad acquistare gli F35! Perchà© dove ci sono armi c'è un vero uomo di destra! Le missioni di 'pace' all'estero? Vedo divise, allora sono di destra! Obama vuole bombardare la Siria? Dagli all'arabo, ai musulmani, al non 'occidentale', a chi è contro gli amici americani, che notoriamente non sono comunisti! La Tav in val di Susa? Scaviamo fino all'Atlantico pur di non dare ragione a quelli là ! Nucleare? Scherziamo? E' energia fatta in casa, e poi i verdi non la vogliono, quindi deve essere per forza di destra!

Il gioco di riflesso distorto potrebbe andare avanti a lungo.


Francamente non ci appassionano pi๠le dispute di appartenenza a case politiche che negli ultimi decenni sono state svuotate dei loro ideali ed interessi.

Destra, sinistra, centro sono categorie politiche che sono state svilite e frodate da una classe dirigente incapace di rispondere ai grandi obiettivi ed ideali che sono intimamente connessi alla storia millenaria del nostro Popolo.

In modo particolare negli ultimi decenni sono stati svuotati, saccheggiati, imbrogliati i partiti e i principi che ne fondavano la vita politica, in un disegno perverso, al fine di arricchire pochi a discapito di molti.

Anche per questo, non ci interessa pi๠perdere tempo ed energie in giochi politici che hanno reso la nostra Italia irriconoscibile.


Se vogliamo costruire qualcosa di nuovo, dobbiamo guardarci dentro, tutti.

Cos'è che vogliamo, cos'è che siamo?


Le nostre radici sono conficcate in questa Patria.

Che è contemporaneamente locale, nazionale ed europea. Noi siamo (o dovremmo essere) una comunità  con chi ci ha preceduto e con chi verrà . Abbiamo ricevuto molto, a volte anche errori, ed è nostro compito trasmettere il meglio che possiamo.

Elemento fondamentale della comunità  è la persona e la famiglia. Per questo vogliamo rimettere al centro della nostra azione politica la sua difesa e la possibilità  del suo sviluppo nei suoi luoghi naturali.

La persona e la famiglia sono immerse nella comunità , in una serie di cerchi concentrici e/o sovrapposti. Quindi ad esempio ci interessano la Cultura e la Scuola. Ci interessa il Lavoro quale strumento principe di difesa della dignità  della persona e dei popoli.

Non ci interessano gli orientamenti sessuali delle persone, ma vogliamo che la libera scelta di ognuno non incrini la famiglia naturale, sottraendole senso e risorse.

Non ci interessa l'individualismo, perchà© la comunità  non è la mera somma di persone, ma un insieme di volontà  verso un obiettivo ed un destino, un ambiente vivo e ricco di significato e di rapporti non determinati dall'economia.


Il capitalismo occidentale è nemico dei popoli, con interessi che nascono lontano ed altrove dalle comunità , che finiscono stritolate da meccanismi che non controllano e che invece subiscono.

Sono sotto gli occhi di tutti fenomeni quali la delocalizzazione delle aziende, l'enorme e tragico fenomeno dell'immigrazione da paesi del sud del mondo, lo strapotere della finanza, delle borse, dello spread e l'invasione di modelli culturali che dietro il messaggio di una presunta 'liberazione' individuale, nascondono egoismo e materialismo.

Dobbiamo batterci contro lo sfruttamento e lo sradicamento, nostro, ma anche di tutti i popoli.

Basta ingerenze ed esportazioni della democrazia a suon di bombe e di speculazioni finanziarie. Bisogna ridefinire la nostra posizione e quella dell'Europa verso i paesi del mediterraneo.

E basta con quest'Europa di mercanti al servizio di altri.

Serve un insieme di popoli fratelli, che sappiano capire qual'è l'interesse comune.


Per questo amiamo la nostra terra, il nostro popolo.

Ciಠsignifica che dobbiamo batterci perchà© tutti nella nostra comunità , da chi ci abita accanto, al pi๠lontano da noi, non soffra, non sia alienato, non debba morire nel posto di lavoro.

E la nostra terra deve essere rispettata, prima di tutto dai noi stessi: chi inquina, chi cementifica, chi pensa solo ai propri interessi, chi sfrutta e distrugge le risorse di tutti, non puಠessere uno di noi.


Tutto ciಠè di destra?


Dobbiamo dirlo sinceramente: dopo tante esperienze fatte, non ce ne frega pi๠niente della corsa a chi è pi๠di destra.

L'unica nostalgia che dobbiamo avere è di esempi irraggiungibili.

Il metro di misura devono essere le nostre idee di sempre, giustizia sociale e Patria, non le tifoserie, non la politica delle botteghe, non l'egoismo.

Guardiamoci attorno e avanti. Forse troveremo dei compagni di strada, vecchi e nuovi, cui non interessano le etichette e le 'caserme' e che invece hanno i nostri stessi desideri e sensibilità .

Oggi siamo consci che sia necessario impiegare il nostro tempo e le nostre energie per una Politica che ritrovi dignità  di esistenza.

Riteniamo che solo mantenendo la Patria ed il Bene comune al centro della nostra azione possiamo dare nuova vita e speranza a ciಠche pi๠ci interessa: i nostri figli, le nostre famiglie, la nostra gente, la nostra Terra.


DEX

Ottobre 2013


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